Il tema della sicurezza alimentare è un argomento di grande importanza perché si pone sempre più attenzione alla salute dei cittadini e a quello che mangiano. Gli italiani si sono rivelati infatti un popolo molto attento a ciò che mette nel piatto, alla qualità degli ingredienti, alla freschezza dei cibi, ma anche alla loro provenienza.
In un mercato alimentare sempre più globalizzato infatti, è ancora più importante avere conoscenza della filiera agroalimentare, conoscere il luogo di provenienza di un prodotto ma anche i vari step intermedi che lo hanno condotto fin sopra il bancone del supermercato, dal fruttivendolo di fiducia o nel ristorante preferito.
“Siamo ciò che mangiamo” dunque non è più un modo di dire, ma uno stile di vita ormai condiviso: siamo sempre più attenti a ciò che acquistiamo e consumiamo, siamo sempre più sensibili alla tipologia di coltivazione, alla provenienza biologica dei cibi, alle tipologie di allevamento e al modo con cui vengono trattati e conservati gli alimenti.
Ne va della nostra salute e ne siamo ben consapevoli.
Per questo il tema della tracciabilità alimentare ha ormai assunto un ruolo di primo piano nell’orientare le scelte di consumo.
Ma cos’è esattamente la tracciabilità alimentare, cosa la differenzia dalla rintracciabilità e perché è così importante?
Quali sono i vantaggi di avere a disposizione un software per la tracciabilità alimentare e quali sono i rischi ai quali si va incontro se non si rispetta la normativa? Scopriamolo insieme.
La tracciabilità alimentare sta ad indicare la possibilità di seguire ogni fase del percorso produttivo di un alimento, partendo dal principio, ovvero dalle materie prime impiegate, fino ad arrivare al prodotto finito, pronto per essere consumato.
Dunque di fatto la tracciabilità alimentare indica tutti i vari step compiuti in ambito alimentare da un prodotto, che può essere un prodotto agroalimentare ma anche una tipologia di carne o di formaggio, oppure un prodotto composito, dunque caratterizzato da vari ingredienti (pensiamo ad un pesto pronto o ad una zuppa di cereali e verdure), prima di arrivare sulle tavole dei cittadini, che sia a casa propria, nelle mense aziendali e scolastiche o al ristorante.
E’ importantissimo conoscere il percorso di un prodotto alimentare, la provenienza delle materie prime impiegate, il modo in cui sono state coltivate e il luogo, il tipo di trattamenti chimici che hanno subito o il tempo di raccolta, di macellazione e di preparazione.
Si tratta infatti di informazioni cruciali per garantire la sicurezza e la genuinità di un prodotto, assicurando di fatto chi lo consuma della sua integrità e salubrità. La tracciabilità alimentare infatti diviene un importantissimo strumento di trasparenza e tutela nei confronti del consumatore finale.
Non solo: la tracciabilità alimentare svolge un altro ruolo fondamentale, quello di garantire l’originalità di un prodotto, andando di fatto a contrastare il fenomeno della contraffazione.
Soprattutto i prodotti Made in Italy soffrono da sempre della concorrenza sleale di Paesi che mettono in commercio prodotti alimentari che imitano in tutto e per tutto le eccellenze italiane (basti pensare ad alcuni formaggi, ma anche alla mozzarella, ai salumi tipici, alla pasta e persino al vino) mettendoli in commercio a prezzi decisamente inferiori a scapito dei prodotti nostrani.
Ecco allora che in questi casi la tracciabilità alimentare rappresenta una tutela fondamentale sia per il cittadino che fa la spesa, sia per il ristoratore, mettendoli al riparo da vere e proprie truffe. La certificazione che dimostra la tracciabilità alimentare dei prodotti infatti diventa la testimonianza della loro veridicità giustificandone così anche il prezzo.
La rintracciabilità si lega a doppio filo al concetto di tracciabilità alimentare perché rappresenta tutta la documentazione appresa da ogni operatore coinvolto nel processo di produzione, dall’approvvigionamento delle materie prime fino al prodotto finito, consentendo così agli organi preposti di poter controllare in qualsiasi momento l’esattezza delle informazioni fornite e la correttezza del processo di produzione, a favore della massima trasparenza.
Non si tratta dunque di un elemento qualitativo, quanto di acquisizione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti nella filiera produttiva che devono dichiarare, con onestà e trasparenza, ogni passaggio compiuto dal prodotto e rendere la documentazione disponibile e consultabile dalle autorità preposte.
Non va dimenticato poi che la tracciabilità e la rintracciabilità diventano strumenti essenziali per la tutela dei cittadini anche in caso di allergie alimentari: sapere in quale stabilimento è stato realizzato un prodotto e se è venuto in contatto con potenziali allergeni anche pericolosi, può salvare la vita.
Dunque la tracciabilità alimentare è un elemento ormai indispensabile per tutelare i consumatori e la loro salute, ma rappresenta uno strumento importante anche per gli operatori del settore: basti pensare ai ristoratori e a quale importanza ricopre mettere a disposizione degli avventori del loro locale una serie di informazioni che garantiscono la qualità e la freschezza del prodotto, e allo stesso tempo ne giustificano il prezzo.
Stesso discorso per i produttori e tutti coloro che si occupano di etichettare i prodotti. Per legge sono infatti tenuti a registrare e mantenere tutte le informazioni riguardanti i lotti di produzione dei prodotti alimentari, in modo da poter risalire in ogni momento alla provenienza delle materie prime e a tutte le fasi di lavorazione. Queste informazioni poi andranno riportate anche nelle etichette, in modo da abbinare ad ogni numero di lotto la storia del prodotto.
Ecco allora che per facilitare queste operazioni, è necessario uno strumento che contenga e gestisca l’intero database di informazioni e che ti permetta di avere il controllo pieno della filiera alimentare: serve dunque un software di tracciabilità alimentare.
Esistono diverse possibilità, ci sono software gratuiti e altri a pagamento, ma senza dubbio occorre scegliere il software di tracciabilità alimentare più sicuro, affidabile e semplice da usare, in modo da non ritrovarsi poi con dati difficili da catalogare ed interpretare o, peggio, errori di sistema che potrebbero mettere anche a rischio il rispetto della normativa che disciplina la tracciabilità alimentare.
La tracciabilità alimentare è diventata obbligatoria per tutti i Paesi dell’Unione Europea dal 1° Gennaio 2005 in applicazione degli articoli 17,18 e 19 del Regolamento Europeo 178/2002 in materia di sicurezza alimentare. Ad essere interessati sono tutti i protagonisti della filiera produttiva, ovvero tutti coloro che producono, trasformano, vendono, trasportano, lavorano il prodotto ecc. A loro l’obbligo di tracciare ogni singola fase di vita del prodotto, dalle materie prime alla lavorazione fino alla distribuzione, e di conservarne la relativa documentazione.
Il 1° Febbraio 2018 è entrato però in vigore un nuovo Regolamento dell’Unione Europea che di fatto sembra remare contro al concetto di tracciabilità alimentare: vale il solo codice doganale, ovvero se la provenienza di un prodotto e la sua lavorazione sono avvenuti in vari Paesi, vale quello che ha ultimato la lavorazione più importante. Alcune categorie di prodotti però sono stati tutelati attraverso codici come l’IGP, il DOC o il DOP per rinsaldare il legame con il territorio di provenienza e reclamare a gran voce la tracciabilità e l’originalità del prodotto.
Le sanzioni per il mancato rispetto della tracciabilità alimentare, fissata con Decreto Legislativo n. 190 del 5 aprile 2006, dipendono dall’entità delle violazioni: si va dalla sanzione amministrativo-pecuniaria fino alla possibilità di essere punti dal codice penale se le violazioni sono particolarmente gravi o mettono a rischio la salute pubblica.